A cura del Dott. Matteo Casini
Bollengo, lungo i 1700km dell’affascinante Via Francigena dalla cattedrale di Canterbury a Roma, si situa nel Canavese verso la fine del percorso alpino della Via e non lontano dall’inizio di quello di pianura.
L’etimologia del nome potrebbe derivare dal piemontese “boléng” che, come “bolass” o “boia”, indica acqua stagnante, stagno o palude. Non lontano è infatti il suggestivo lago di Viverone, da sempre importante bacino idrico e luogo di ritrovo e scambio dell’area.
Fin dal medio evo Bollengo fu coinvolta nelle intense vicende dell’area canavese. Inizialmente non era distinta da altri due borghi, Paerno e Pessano, oggi scomparsi lasciando in eredità a Bollengo due suggestivi monumenti romanici: il campanile di San Martino costeggiante la Serra Morenica, del XI–XII secolo (e ribattezzato dai paesani “Ciucarun”); e la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, con affreschi del XV secolo.
La convulsa prima metà del 1200, tormentata da lotte fra comuni italiani e poteri europei tra in quali l’imperatore Federico II di Svevia, vedeva sostanziali cambiamenti per la piccola Bollengo. La vicina e potente Ivrea, anche per la rivalità con Vercelli, decideva di trasformare Bollegno in un borgo fortificato e dare ai cittadini la cittadinanza eporediense. Ancora esistono vestigia del “Castel forte” di Bollengo, sulla cima di un colle a ponente del paese, chiamato negli antichi itinerarj Bolonico, Bolentia e Bolenta.
Il legame di Bollengo con le vicende di Ivrea continuava poi nel Trecento, con l’arrivo del dominio generale dei Savoia che andavano formando un grande ducato fra Francia ed Italia. In età moderna, una volta diventati famiglia a livello europeo, i sovrani piemontesi infeudavano Bollengo all’antica famiglia nobile piemontese dei Frigerio, con possedimenti fra la Val d’Aosta e il Canavese. Un prestigioso membro della famiglia, Bonifacio Enrico Frigerio, conte di Brusson, realizzava una notevole carriera politica nel Regno napoleonico d’Italia, ottenendo la carica di senatore, prima di spegnersi a Bollengo nel 1838.
I legami di Bollengo con la grande politica italiana continuavano poi nell’Ottocento grazie a Domenico Marco, avvocato e politico, protagonista dei primi, drammatici momenti dell’Unità d’italia. Deputato del Regno di Sardegna, dopo l’unità Marco veniva inviato con importanti incarichi in vari centri della nuova Italia, fra i quali Caltanissetta, appena acquisita dal governo italiano a seguito dell’Impresa dei Mille. Qui contribuiva alla formazione della Biblioteca Scarabelli, prima biblioteca pubblica cittadina.
Bollengo ha avuto anche una significante presenza religiosa grazie all’ex-convitto dei Salesiani, sede per secoli dei Gesuiti e poi dei Salesiani fino al 1968, e ancora oggi sovrastante il paese dall’alto della Serra Morenica.
Oggi la ricca storia di Bollengo si può rivivere sia d’estate, in particolare nella prima settimana di agosto, per la festa patronale del patrono Sant’ Eusebio. Ma anche d’inverno, a febbraio, di passaggio per visitare il celeberrimo carnevale di Ivrea.